Con oltre 32mila strutture operanti nel settore alberghiero, l’Italia è il più grande mercato europeo per offerta turistica. Questo dato è destinato ad aumentare nel breve periodo, con i gruppi già presenti sul territorio che mirano ad ampliare la propria presenza e, contemporaneamente, altri investitori che cercano di entrare nel mercato. È quanto emerge dal report “Italian Hospitality Market”, l’indagine condotta da Deloitte che ha coinvolto circa 400 attori dell’industria alberghiera nazionale.
Uno scenario incoraggiante, quello del turismo italiano, che secondo Deloitte è destinato a migliorare ancora, grazie all’arrivo di nuovi investitori pronti a investire circa 100 milioni di euro e a una crescita stimata del fatturato tra il 3% e il 12% per oltre il 40% delle strutture alberghiere. Tutto questo nonostante alcuni problemi che minacciano la crescita del mercato, vale a dire l’aumento dei costi energetici, la crisi economica e la difficoltà nel reperire personale. “Il settore si trova di fronte a un contesto particolarmente positivo, in cui convergono gli interessi di tutti i player coinvolti”, afferma Angela D’amico, partner e real estate sector leader di Deloitte Italia. “Gli investitori pronti a destinare importanti capitali al mercato alberghiero italiano, i gruppi sempre più intenzionati a espandersi nel Paese e i direttori dei singoli hotel che vedono con grande ottimismo l’aumento delle performance gestionali nei prossimi anni”.
Il 58% degli investitori coinvolti nell’indagine ha indicato la propria preferenza per i rendimenti più stabili assicurati dal Centro-Nord Italia; di contro, l’86% dei gruppi alberghieri intervistati ha dichiarato di preferire il Centro-Sud della Penisola, in quanto costituisce un mercato meno saturo. Entrambe le categorie sono d’accordo nel ritenere come mete più ricercate le grandi città, seguite a ruota dalle località marittime e dai laghi; per quanto riguarda invece le altre località, gli investitori preferiscono le strutture situate nelle città principali (88%) e quelle in prossimità del mare (67%) e dei laghi (38%), mentre l’interesse dei gruppi alberghieri è rivolto soprattutto alle città secondarie.
Questi dati positivi per il mercato turistico italiano si scontrano però con l’insufficienza dell’impegno ambientale offerto dal settore. A pensarla così è il 60% degli intervistati, che allo stesso tempo concorda sulla rilevanza della tematica. Ecosostenibilità, del resto, vuol dire competitività, in quanto si traduce in una riduzione dei costi e in un contemporaneo aumento dei ricavi. Tutte le parti coinvolte sono quindi d’accordo sull’importanza dell’adeguamento delle strutture ai moderni criteri di sostenibilità: un obiettivo che a questo punto diventa sempre più necessario, tanto che il 94% dei proprietari ha dichiarato di aver già adottato iniziative volte al risparmio energetico.
Un altro dato interessante evidenziato dall’indagine condotta da Deloitte riguarda i diversi modelli gestionali adottati. A prevalere sono la gestione diretta e il management agreement, con una percentuale pari al 33%. Si registra però un incremento dell’utilizzo del management contract, anche grazie all’ingresso nel mercato di nuovi investitori. Quest’ultimo modello offre garanzie soprattutto per quanto riguarda la promozione e la riconoscibilità del marchio, ma allo stesso tempo il rischio d’impresa che esso comporta rappresenta un disincentivo per molti proprietari.